giovedì 30 giugno 2016

Cancellara,ultimo giro di valzer

Sarà quello che va ad iniziare tra due giorni a Mont Saint Michel l'ultima grande corsa della carriera per Fabian Cancellara a parte la prova olimpica a cronometro;sarà l'ultimo grande giro di una carriera spettacolare a cui manca il suggello di un titolo mondiale a lungo rincorso ma mai arrivato.
Già lo scorso inverno la locomotiva di Berna aveva annunciato che questo sarebbe stato l'ultimo anno in cui lo avremmo visto in bicicletta,stanco per una carriera vincente ma anche logorante che gli ha richiesto rinunce e sacrifici a cui evidentemente a 35 anni non ha più voglia di far fronte;con un fisico imponente come il suo occorrono grosse dosi di allenamento per essere sempre in condizione,ed in più dividersi tra cronometro e classiche  non aiuta certo a limitare il dispendio psicofisico.
Partito con l'ambizione di riuscire a mettere nel carniere almeno un'altra grande classica ancora,ha dovuto invece ingoiare bocconi amari sia alla Sanremo che alla Roubaix,mentre al Fiandre forse con un tempismo diverso avrebbe potuto dire la sua;voglioso di indossare la maglia rosa ha deciso di partecipare al Giro subendo però un'attacco influenzale nei giorni precedenti il via che ne hanno minato le possibilità di competere nel prologo inaugurale costringendolo poi al ritiro dopo una settimana.
Ora non rimane che il Tour,corsa che lo ha visto protagonista più volte nel corso degli anni indossando la maglia gialla e vincendo più volte la cronometro inaugurale:sarebbe bello per lui e per i suoi tifosi vederlo a braccia alzate sul podio ancora un'ultima volta...

Astana,uniti per i capitani

A due giorni dal via del Tour de France sono state rese note le formazioni delle varie squadre e nello scorrere i nomi che comporranno l'Astana balza agli occhi l'assenza dei due olandesi Boom e Westra:la cosa sorprende perchè i due sono uomini di spessore che in passato hanno sempre partecipato alla spedizione francese ma forse tutto ciò ha un motivo.
Se vi ricordate sia nel 2014 che ancor di più nel 2015 i due,ed in particolare Boom pareva accettassero no di buon grado il ruolo di "padrone"assoluto che Nibali esercitava sulla squadra,ed in più di qualche occasione si sono mossi male mettendo in difficoltà il proprio capitano.
Il fatto che i due non siano presenti potrebbe significare la totale fiducia che finalmente i vertici kazaki hanno verso Nibali,Aru e tutta la componente italiana del team che tanto ha fatto vincere a Vinokourov e soci in questi anni;dare la possibilità a Nibali ed Aru di scegliere i compagni di propria fiducia vuol dire anche far sentire loro il sostegno che il management ha nei loro confronti.
La mossa potrebbe avere anche un risvolto di mercato,perchè è noto che lo squalo l'anno prossimo vuole correre da un'altra parte ed allora forse questa accondiscendenza nasconde anche l'ultimo velato tentativo di trattenere l'uomo in giallo del 2014...

martedì 28 giugno 2016

Richard cor de lyon

Negli anni 90'ì è stato senza dubbio il corridore più amato di Francia,più di Laurent Jalabert,di Luc Leblanc e di Laurent Brochard che comunque hanno vinto corse più prestigiose rispetto alle sue:Richard Virenque però veniva amato per il suo spitrito battagliero,per affrontare sempre all'attacco le salite delle Alpi o dei Pirenei indossando il più delle volte la mitica maglia a pois,amatissima oltr'alpe.
La sua parabola agonistica però venne troncata dall'affaire Festina,squadra in cui correva e che fu la punta dell'iceberg per quanto riguarda il fenomeno doping;dal giorno in cui vennero scoperte sostanze dopanti in una macchian della squadra di Virenque,le cose per il ciclismo non sarebbero state più le stesse e lo steeso francese insieme ai suoi compagni se ne accorgerà dovendo abbandonare la Grand Boucle.
Il periodo che segue è infernale per il francese che trova un'altro ingaggio ma è sempre perseguitato da quell'incuboi finchè,ultimo tra tutti i Festina decide di collaborare con gli inquirenti vuotando il sacco;da allora inizia un'altra vita agonistican per il cor de lyon della Francia ciclistica:una seconda vita che lo porterà a correre in Italia ed in Olanda tornando a vestire quella maglia amatissima.
A tutti però piace ricordarlo per le sue fughe solitarie specialmente sui Pirenei in cui entusiasmava un popolo intero:non risci mai a competere veramente per il Tour,ma quelle cavalcate su e giù per i monti rimangono nella memoria molto più di un piazzamento...

lunedì 27 giugno 2016

I sudditi della regina

In principio fu Simpson,poi vennero la pista e Boardman e solo all'alba del secondo decennio del nuovo millennio si affacciarono in forze su strada con Cavendish,Wiggins e poi lo squadrone Sky;il rapporto dei britannici con il ciclismo è cominciato tardi ed ha seguito uno sviluppo del tutto particolare rispetto al resto del continente.
Se in Europa si inizia fin da giovani a fare gare su strada lasciando poi all'istinto dell'atleta e del tecnico capire su cosa lavorare per  diventare protagonisti ad alto livello,nel mondo britannico si tende ad avviare i ragazzi all'attività su pista programmando quasi in maniera scientifica la loro crescita fino a portarli all'attività professionistica:nulla viene lasciato al caso e la tecnologia riveste un ruolo importantissimo,quasi maniacale nello sviluppo dell'atleta.
Questo modo di fare ciclismo ha fatto storcere il naso ai puristi,agli amanti della vecchia scuola fatta di imprese leggendarie dei grandi del passato che specie nelle tappe di montagna dei grandi giri partivano all'attacco seguendo il loro istinto di campioni;questo nel modo di correre dei britannici e del team Sky in particolare è visto come un concetto superato e lontano anni luce dalla loro mentalità.
Due diverse scuole di pensiero che corrono su binari paralleli intersecandosi poche volte:il loro metodo certo ha fruttato vittorie in serie ma ha anche generato una miriade di sospetti su questa esplosione avvenuta in modo tanto repentino e con atleti che di colpo sono diventati fenomeni:un tema su cui riflettere con l'approsimarsi del Tour.

domenica 26 giugno 2016

Nizzolo campione italiano

Giacomo Nizzolo portacolori della Trek-Segafredo è il nuovo campione italiano su strada dopo aver batturo in una volata a due Brambilla sul traguardo di Darfo Boario Terme;il corridore milanese succede cosi nell'albo d'oro a Vincenzo Nibali che vinse il titolo per due anni consecutivi.
Il percorso prevedeva in vista del traguardo uno strappo di circa trecento metri al 17% ch Nizoolo ha saputo superare brillantemente gettandosi poi in discesa e riuscendo a recuperare Brambilla nel frattempo evaso dal gruppetto che aveva scollinato in cima al muro;una volta capito che da dietro no potevano più rinvenire,per il milanese aggiudicarsi la volata a due è stato un gioco da ragazzi.
Questa vittoria ripaga Nizzolo dell'enorme delusione subita nell'ultima tappa del Giro d'Italia quando la giuria lo declassò dopo che aveva tagliato per primo il traguardo,in seguito all'ostruzione perpetrata ai danni di Sacha Modolo:sarebbe stata per lui quella la prima vittoria dopo una serie infinita di secondi posti,ma giustamente la giuria ritenne il suo scarto a sinistra troppo evidente.
Il percorso forse troppo facile per un campionato tricolore ha visto al via anche Fabio Aru in partenza per il Tour,mentre Vincenzo Nibali ha preferito rinunciare alla difesa del titolodato che avrebbe avuto pochissime chances di riuscire nell'impresa:ora tutti gli occhi sono al Tour che parte sabato prossimo.

L'inferno del Gavia

Era il 5 giugno del 1988 e si correva la quattordicesima tappa di quel giro d'Italia,la Chiesa Valmalenco-Bormio con nel finale la scalata al Passo Gavia,cima affrontata in precedenza una sola volta dalla corsa rosa nel 1961 con lo scollinamento in testa di Imerio Massignan,mentre nell'edizione successiva non si potè transitare a causa delle avverse condizioni atmosferiche.
In testa alla classifica generale c'era l'italiano Franco Chioccioli chiamato coppino per via della forte somiglianza con il Campionissimo,mentre alla sue spalle un nutrito manipolo di contendenti ambiva a strappargli il simbolo del primato;la notte precedente alla tappa in cima al passo era caduta la neve,ma gli sforzi degli organizzatori erano riusciti a tener libera la strada che allora per metà nel versante che sale da Ponte di Legno era sterrata.
Alla mattina la partenza fu data regolarmente anche se faceva freddo e le previsioni dessero pioggia con possibile nevicata verso lo scollinamento:nonostante questo il patron Torriani fu irremovibile e la corsa si svolse sul tracciato originariamente previsto;nel corso dell'ascesa al Gavia però le condizioni meteo peggiorarono improvvisamente e quella che doveva essere una nevicata sporadica si trasformò in una vera e proprio bufera che inizio ad imperversare proprio quando stava transitando la corsa.
Organizzatori e squadre furono in questo caso colti alla sprovvista  e le scene che si videro quel giorno in salita ma ancor più nella lunga discesa verso Bormio rimarranno per sempre nella leggenda di questo sport:corridori che erano riusciti a transitare fra i primi in cima all'inferno bianco subirono poi in discesa gli effetti del congelamento,giungendo al traguardo con oltre mezz'ora di ritardo dal vincitore di giornata,l'olandese Erik Breukink.
Chi visse quella frazione da corridore,addetto ai lavori o semplice spettatore non potrà mai dimenticare i volti stravolti dal freddo che giunsero all'arrivo:alla sera parecchie ore dopo la conclusione della fatica agonistica molti atleti ancora tremavano e solo per un miracolo non si giunse alla tragedia.
Travolto dalle polemiche e dalle accuse della stampa,il patron Torriani modificò la tappa del giorno successivo che prevedeva la scalata dell Stelvio anch'esso imbiancato dalla neve:una decisione sensata presa però con ventiquattr'ore di ritardo.

sabato 25 giugno 2016

Pantani ed i misteri di Campiglio

Rimarrà probabilmente per sempre uno dei grandi misteri irrisolti del ciclismo e per certi versi anche della storia italiana,ovvero il valore dell'ematocrito di Marco Pantani nella vittoriosa tappa di Madonna di Campiglio al Giro d'Italia del 99' che segnò in pratica la fine della sua parabola vincente;un giro che si apprestava a vincere e dove aveva dominato in lungo ed in largo la scena e che invece come un colpo al cuore dovette lasciare iniziando cosi quel lungo calvario personale che lo portò purtroppo alla prematura scomparsa avvenuta in circostanze mai del tutto chiarite.
La vicenda si innescò sulla scia di quanto avvenuto al Tour dell'anno precedente con lo scandalo Festina che spalancò la porta ad un periodo nerissimo del ciclismo dove tutto e tutti erano sospettati di far uso di doping:Pantani non fu mai trovato positivo ma quell'ematocrito troppo alto lo portò ad una sospensione cautelare in base a quanto deciso dall'Uci;quella vicenda Pantani non riusci mai a digerirla e la visse come un'onta alla sua persona ed all'atleta.
L'atmosfera che si innescò in seguito a quella notizia era surreale:i tifosi da giorni in accampati in montagna in attesa di tributare l'omaggio al campione romagnolo quasi ignorarono lo svolgersi della corsa che portò poi Ivan Gotti a vincere il Giro,ed anzi in molti fischiarono il bergamasco per le sue dichiarazioni contro Pantani:da quel giorno passò un'anno prima di rivedere Marco in sella,ma l'uomo prima ancora dell'atleta non era più lo stesso che aggrediva le salite come fossero il suo naturale palcoscenico:qualcosa si era rotto per sempre dentro di lui,vittima di una macchinazione a suo dire i cui presunti mandanti però non sono mai stati ben definiti.
La triste fine della parabola vincente del pirata si concluse tra i monti del Trentino,tra quelle montagne su cui Marco scrisse pagine che rimarranno per sempre nella memoria degli appassionati di ciclismo.

giovedì 23 giugno 2016

Quinziato campione italiano a cronometro

Manuel Quinziato della Bmc vince il campionato italiano a cronometro finalmente piazzato lontano da quello in linea come accade in tutti i paesi ciclisticamente evoluti del mondo:il bolzanino ha preceduto il veneto Boaro ed il trentino Moser nella prova disputata sulla distanza di 41 km in provincia di Cremona;grande assente e non poteva essere altrimenti è Adriano Malori che sta ancora rimettendosi dal tremendo incidente capitatogli al Tour de San Luis in Argentina nel mese di gennaio.
Questa competizione da noi tradizionalmente snobbbata a favore della corsa in linea,viene invece tenuta in grande considerazione all'estero anche in virtù del fatto che assegna medaglie olimpiche e mondiali;un fatto anche culturale a dire il vero,seppur in passato anche noi con Coppi,Baldini e Moser abbiamo avuto grandi specialisti nelle prove contro il tempo.
Il buon Quinziato sfrutta dunque l'opportunità di guadagnarsi la maglia azzurra in vista delle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro dove cercherà di ben figurare a dispetto di un parterre che vedrà al via gente come Cancellara,Tony Martin e Tom Domoulin solo per citare i nomi di spicco;qualora ci fosse stato Malori anche noi avremmo potuto dire la nostra vista la crescita continua del parmense nelle ultime stagioni.
Dopo il titolo contro il tempo dunque occhi puntati sulla prova di domenica che darà indicazioni significative al commissario tecnico Davide Cassani in vista delle convocazioni olimpiche:campione uscente è lo squalo Nibali che si è aggiudicato le ultime due edizioni disputate in Trentino ed in Piemonte.

mercoledì 22 giugno 2016

Le volate del prossimo Tour

Nel Tour de France tra poco al via si ripeterà il duello che ormai da diverse stagioni infiamma le volate sulle strade di Francia,ovvero quello tra Marcel Kittel e Mark Cavendish con l'altro tedesco Andrè Greipel a fare da terzo incomodo;difficilmente si uscirà da questi tre nomi anche se pure il francese Bouhanni e magari Peter Sagan hanno le loro carte da giocare.
La stagione finora ha messo in evidenza un Greipel tirato a lucido,però nelle prime tappe del Giro quando c'era ancora Kittel non c'è stata storia con il più giovane tra i due tedeschi a dettare legge;quanto a Cavendish forse la sua parabola discendente è già iniziata perchè anche il passaggio alla Dimension Data non gli ha ridato quegli stimoli in grado di portarlo a sopravvanzare i rivali.
Oltre alle vittorie di tappa ci sarà come sempre in palio la maglia rossa per la classifica a punti e qui le cose potrebbero cambiare vista la notoria difficoltà del portacolori della Etixx Quick Step a superare le salite,seppur quelle francesi lo siano meno rispetto a quelle italiane.
Una sfida tra le ruote veloci dunque che si rinnova nell'attesa di incoronare a settembre il nuovo campione del mondo che sarà proprio un velocista visto che il percorso di gara assomiglia ad un tavolo da biliardo:non sarà comunque facile sfruttare tutte le potenziali opportunità perchè i tentativi di fuga oramai ci sono in tutte le frazioni,anche quelle sulla carta più semplici.

martedì 21 giugno 2016

Scarponi,il gregario moderno

C'era una volta il gregario,colui che rimaneva vicino al capitano nei momenti di sofferenza e che tirava in quelli in cui il campione stava bene e voleva provare a fare la differenza:non si può definire propriamente un gregario Michele Scarponi,un'uomo che ha vinto discretamente in carriera e che si visto assegnare un Giro d'Italia seppur a tavolino.
Non lo si può definire tale,ma il modo in cui è stato vicino a Vincenzo Nibali durante il Giro quando il siciliano pareva smarrito e quasi alla deriva è stato encomiabile,degno di un vero gregario ma nell'accezione più nobile del termine:senza l'apporto psicologico del marchigiano probabilmente Nibali non avrebbe vinto la corsa rosa ed ora staremmo parlando di tutt'altro.
Quando ha capito di non essere più competitivo,o perlomeno di non poterlo essere per vincere Michele ha accettato di buon grado di mettersi al servizio di Nibali in passato suo rivale sulle strade italiane:anche questo è un merito che non tutti i corridori giunti ad una certa età possono vantare,e sicuramente nel trionfo dello squalo siciliano c'è tanto dell'aquilotto marchigiano.
Terminata la corsa rosa Scarponi ha disputato il Tour de Suisse e poi si prenderà una meritata vacanza in attesa di conoscere gli sviluppi sul possibile approdo arabo dello squalo:siamo sicuri che anche in quel caso Michele da Filottrano saprebbe magari con una battuta delle sue mettere tutti a loro agio nell'iniziare una nuova avventura.

lunedì 20 giugno 2016

Graham Obree

Sali agli onori della cronaca in un'afoso pomeriggio di luglio del 1993,quando il Tour de France giungeva a Bordeaux ed Indurain stava per vincere la sua terza maglia gialla consecutiva:tra i giornalisti al seguito della corsa si sparse la voce che uno sconosciuto scozzese avesse battuto il record dell'ora di Moser con una bicicletta costruita da lui stesso e che per fare ciò avesse addirittura utilizzato pezzi della lavatrice di casa.
La storia stava già asumnedo i contorni di una leggenda ed invece il risultato dportivo era reale,anche se magari la lavatrice a casa Obree funzionava ancora perfettamente:questo signor nessuno aveva stupito il mondo provenendo dal nulla,e subito il paragone fu con l'inglesem Boardman oro a Barcellona 92' e cresciuto nelle strutture federali britanniche.
Dopo quella fantastica impresa il buon Obree vinse anche due mondiali dell'inseguimento mettendo talvolta in ombra Boardman il quale era però il cocco della stampa d'oltremanica e veniva osannato a prescindere mentre lo scozzese rimaneva il brutto anatroccolo;la sua breve carriera terminò nel 1997 senza essere mai passato al professionismo,ma quell'evento fu un qualcosa di talmente inaspettato che ancor oggi chi chiede chi fosse Obree facilmente si vedrebbe rispondere"quello della bici fatta con la lavatrice":certamente non andarono cosi le cose,ma quella voce contribui ad alimentare la leggenda dell'uomo venuto dal nulla.

domenica 19 giugno 2016

Gli uomini della Colombia

Dopo Quintana,Uran,Betancur,Henao,Chaves è ora il turno di Miguel Angel Lopez a salire agli onori della cronaca per la prestigiosa vittoria ottenuta nella classifica finale del Tour de Suisse:il portacolori dell'Astana si è infatti aggiudicato la corsa a tappe elvetica al termine dell'ultima frazione conclusasi a Davos con la vittoria del suo connazionale Pantano.
E'davvero una sorprendente e pacifica invasione quella che sta avvenendo da parte dei corridori sudamericani nel mondo del ciclismo professionistico:in principio negli anni 80' furono Herrera e Parra a mettersi in evidenza,poi fu il turno di Alvaro Meija e successivamente di Santiago Botero ma non sui livelli dei loro due predecessori.Erano comunque episodi isolati o comunque estemporanei pur esistendo negli anni 80' la formazione Cafè de Colombia che supportava questi atleti,mentre ora il fenomeno è molto più ampio e strutturato.
Non dimentichiamo inoltre il giovane Gaviria che già si è messo in bella evidenza alla Tirreno-Adriatico nel mese di marzo vincendo una tappa:un fenomeno dunque di ampia portata che garantisce al ciclismo internazionale un'ulteriore palcoscenico di notorietà ed un serbatoio di talenti che una volta giunti in Europa mantengono comunque quelle carateristiche di simpatia ed umanità tipiche delle genti andine;se sapranno diventare forti anche nelle corse di un giorno la loro maturazione sarà totale,ma già ora si pongono in primo piano come il miglior movimento emergente a livello globale.

sabato 18 giugno 2016

Chi sarà l'erede di Hinault?

Sono passati ben trentuno anni da quando Bernard Hinault vinse il suo quinto ed ultimo Tour de France,e quello fu l'ultimo non soltanto per lui ma anche per l'intero ciclismo francese:da li in poi soltanto Laurent Fignon sfiorò l'impresa dovendo cedere la maglia gialla solamente nell'ultima famosissima tappa a cronometro da Versailles a Parigi vinta da Greg Lemond nel 1989.
Da quell'anno in poi alcuni onorevoli piazzamenti,vittorie di tappa che hanno rappresentato lampi nella notte e nulla più per quello che era il più grande movimento internazionale assieme a quello italiano;ci hanno provato Jean Francois Bernard,Laurent Jalabert,Charly Mottet e Richard Virenque ma nulla hanno potuto di fronte allo strapotere straniero favorito anche dal fatto,inutile nasconderlo che in Francia chi maneggia doping rischia il carcere mentre all'estero no.
Negli ultimi anni sono fioriti i talenti di Romain Bardet e Thibaut Pinot ed in maniera minore anche quelli di Barguil ed Elissonde:su di loro poggiano le speranze di rivincita dei transalpini per tornare in possesso della maillot jaune da troppo tempo senza un padrone di casa che la indossi sui Campi Elisi.
Pinot è già salito sul podio due stagioni fa nell'anno del trionfo di Nibali assieme a Peraud ed appare a tutt'oggi il più serio candidato alla successione,ma se non migliora il rendimento a cronometro anche per lui diventare re del Tour de France potrebbe restare un sogno e nulla più.

Finalmente Van Garderen

Vittoria in solitaria per Teejay Van Garderen nel Giro di Svizzera:il portacolori della Bmc taglia per primo il traguardo di Soelden davanti al colombiano Lopez ed al francese Barguil che diventa cosi il nuovo leader della classifica generale quando mancano 2 tappe alla conclusione.
Il ciclista americano è uno dei pochi tra i top assieme ai giovani Barguil e Kelderman ad aver scelto di preparare il Tour de France passando per la Svizzera al contrario di tutti i grandi che oramai scelgono per consuetudine il Delfinato come prova di avvicinamento alla corsa a tappe francese;una vittoria che da morale e che toglie un pò di polvere dall'albo d'oro di questo atleta che è in rampa di lancio da alcune stagioni ma che finora non ha trovato la continuità necessaria per raggiungere grandi obiettivi.
In questa stagione la sua leadership all'interno dello squadrone svizzero-americano è messo in discussione dall'arrivo di Richie Porte che già bene si è comportato nel Criterium e che ora andrà ad affiancarlo nella Grande Boucle:uno stimolo in più per Van Garderen che dovrà dimostrare il carattere necessario prima di tutto per vincere la concorrenza interna e poi per dare l'assalto all'ambito podio transalpino.
Il suo distacco in classifica generale è ora di 1'31'' da leader Barguil e nelle rimanenti frazioni cercherà per quanto possibile di dare l'assalto quantomeno al podio finale per la felicità dello sponsor elvetico e per incrementare ulteriormente la fiducia in se stesso;dovesse esserci un cedimento del francese potrebbe ambire anche a qualcosa di più,in fondo la recente vittoria di Nibali al Giro ce lo ha dimostrato.

venerdì 17 giugno 2016

Berzin,l'uomo venuto dal freddo

Quella di Evgeni Berzin è una storia particolare e sintomatica del personaggio:esploso in tutto il suo splendore al Giro d'Italia 1994 pareva dovesse essere un'uomo che assieme a Marco Pantani avrebbe illuminato il ciclismo mondiale per un decennio,ed invece la sua stella si è dapprima appannata fino a spegnersi del tutto.
Uomo nato nella Russia profonda,muove i primi passi in quella che era la famosa scuola dello sport di Mosca venendo avviato come tutti gli altri aspiranti ciclisti all'attività su pista;dimostra subito doti eccezionali nell'inseguimento tanto da venire inserito nel quartetto ancora sovietico che vinse l'oro ai mondiali giapponesi di Maebashi.Trasferitosi in Italia passa al professionismo con la squadra di Moreno Argentin capitano ed Emanuele Bombini direttore sportivo.
Dopo una stagione di apprendistato esplode nella primavera del 94' facendo sua a sorpresa la Liegi-Bastogne-Liegi e cogliendo la maglia rosa al Giro d'Italia nelle prime tappe:sembra essere un fuoco di paglia ma man mano che passano le tappe la sua leadership si rinforza e riesce a suonarle a cronometro pure a Miguel Indurain;chi si aspetta che crolli in montagna sotto la spinta del nuovo asso Pantani si sbaglia e Berzin diventa quindi il primo russo a vincere il Giro
Pare l'inizio di un'ascesa folgorante ed invece no,perchè tolta la cora rosa del 95' in cui battaglia con Ugrumov e Rominger per la vittoria e qualche sporadico successo a cronometro la sua carriera di li in poi prenderà una china che lo porterà al precoce ritiro a soli 31 anni senza aver più lottato per il vertice;l'agio e la vita tranquilla del bel paese lo trasformano in un una persona normale che non ha più la fame che serve nello sport di alto livello.

mercoledì 15 giugno 2016

L'assolo del diablo

Il Tour de France del 1992 come quello dell'anno precedente sarebbe finito nel carniere di Miguel Indurain,signore del cronometro fin troppo favorito nelle sue vittorie dall'eccessiva presenza delle prove contro il tempo in una grande corsa a tappe:alle sue spalle sarebbero finiti Claudio Chiappucci e Gianni Bugno,campione del mondo in carica e fresco di rinuncia al Giro per preparare al meglio l'avventura in terra di Francia.
Si arriva alle alpi con la situazione in classifica già ben delineata in un Tour che per la prima volta da moltissimi anni ha rinunciato ai Pirenei per diventare europeo nell'anno del trattato di Maastricht.con queste premesse non poteva che essere Indurain l'uomo in cima alla classifica dei favoriti quando la corsa si appresta ad entrare in Italia per fare tappa al Sestriere.
Nella frazione che parte da Saint Gervais però Claudio Chiappucci si ribella a questa sentenza già scritta ed inscena un'attacco da lontano che il giorno dopo fare titolare alla Gazzetta"Chiappucci sette ore da leggenda";il varesino infatti parte subito in fuga poco dopo il via e man mano affronta i colli che si susseguono uno dopo l'altro con l'obiettivo di giungere in solitaria al Sestriere.
Per lungo tempo accarezza il sogno di vestire la maglia gialla ma un dubbio comportamento di Bugno che si sacrifica quasi a far da gregario ad Indurain infrange questo sogno,con lo spagnolo forse mai cosi alle corde nella corsa francese;alla fine l'impresa riuscirà ed anche se Indurain vincerà il suo secondo Tour consecutivo negli occhi rimarranno le immagini di quella trionfale cavalcata che ha richiamato alla memoria le grandi gesta degli eroi antichi.

martedì 14 giugno 2016

L'oggetto misterioso Quintana

E' stato il grande assente del Criterium del Delfinato perchè come sua abitudine ha preferito rimanere nella natia Colombia ad allenarsi piuttosto che affrontare faccia a faccia gli avversari che fra tre settimane ritroverà sulle strade infuocate del Tour de France;Nairo Quintana è al netto della presenza di Alberto Contador,l'uomo che può veramente sfidare quello che già si profila essere come uno null da parte di Chris Froome.
L'alfiere della Movistar continua dunque a preparare in maniera del tutto personale le grandi gare a tappe,mettendo in preventivo il fatto di poter pagare qualcosa all'inizio in termini di condizione rispetto agli avversari;questo però gli è costato molto caro la scorsa stagione perchè all'attacco dei Pirenei Froome ha piazzato subito la stoccata vincente e poi nessuno è più riuscito a batterlo se non nella penultima tappa con arrivo all'Alpe D'Huez.
Quintana non corre dal mese di aprile come del resto molti degli uomini che la scorsa settimana hanno affrontato il Delfinato,e farà il suo rientro alle gare nel corso della Route du Sud,competizione che già affrontò lo scorso anno ed in cui dovette cedere il passo a Contador.Un'esame importante per verificare il suo stato di forma e se il lavoro svolto in altura tra le strade di casa sarà stato sufficiente per colmare il gap che divide Froome dal resto del mondo.
Alla Grand Boucle potrà contare anche sull'apporto di Alejandro Valverde reduce dal podio al Giro e pronto a dare l'assalto al titolo olimpico di Rio:potrebbe essere una carta importante da giocare sul tavolo da poker del Tour de France.

lunedì 13 giugno 2016

Sagan,subito doppietta

Partito il Giro di Svizzera e sugli scudi appare subito il campione del mondo Peter Sagan che fa doppietta in volata dando lustro a quella maglia vinta nello scorso mese di settembre a Richmond negli Sati Uniti;il fuoriclasse slovacco è oramai uno dei pochi protagonisti delle due ruote che corre per vincere da febbraio ad ottobre,una mosca bianca al pari del rivale Fabian Cancellara vincitore del prologo di sabato.
Sagan che in questo periodo deve anche sceglier dove continuare la propria parabola agonistica dato l'oramai certa chiusura della Tinkoff ribadita anche recentemente dal patron russo;con questo ruolino di marcia sicuramente non avrà che l'imbarazzo della scelta al momento di firmare per una nuova avventura.
Ora che si è sbloccato anche nelle classiche monumento vincendo il Giro delle Fiandre,è atteso ad altri colpi che sono nelle sue corde:è forse l'unico ciclista che attualmente può puntare a vincere tutte le classiche di primavera, e con il ritiro certo di Spartacus e quello sempre più probabile di Boonen avrà due avversari in meno sulla sua strada.
Dopo il Tour de Suisse sarà impegnato in Francia per poi dedicarsi al suo antico amore,ovvero la mountain bike dove gareggerà a Rio de Janeiro ritenendo troppo impegnativo per se il percorso olimpico:anche li darà prova di destrezza e non ci dovremo sorprendere se coglierà una medaglia.

domenica 12 giugno 2016

Delfinato,il timbro di Froome

E' terminato oggi il Criterium del Delfinato e la vittoria è andata a Chris Froome che nelle ultime due tappe ha controllato gli avversari dopo la vittoria nella tappa di venerdi,ed ha quindi già messo in chiaro le cose in vista dell'imminente Tour de France;se Contador e soci vorranno mettere le mani sulla maglia dovranno fare i conti anche quest'anno con il keniano naturalizzato britannico.
La corsa a tappe francese ha messo in mostra un buon Romain Bardet piazzatosi secondo in classifica generale ed un Alberto Contador ancora in ritardo di condizione che ha cercato più con il carattere che con le gambe di rispondere alle oramai celeberrime accelerazioni del ciclista della Sky;in zona podio Richie Porte ed un Daniel Martin che tra un paio d'anni potrebbe anche diventare un'uomo da corse a tappe.
Capitolo a parte quello che riguarda Fabio Aru e Thibaut Pinot capaci di vincere una tappa a testa ma apparsi lontanissimi da una condizione accettabile per affrontare un'importante corsa a tappe com'è il Tour;per entrambi evidentemente il lavoro fatto in altura dev'essere ancora smaltito adeguatamente e dunque non ci può essere brillantezza e continuità di rendimento.
Vedremo tra circa venti giorni al via della Grande Boucle in quali condizioni saranno Nibali e Quintana:se il siciliano era reduce dal Giro e dunque giustificato nella sua assenza,il colombiano invece continua apreferire l'allenamento in quota a casa sua in Colombia piuttosto che affrontare direttamente gli avversari ch sfiderà anche al Tour:la strada dirà se ha ragione lui.

Rudi Altig

E'scompasro ieri Rudi Altig,probabilmente il più grande campione tedesco di ciclismo di ogni epoca:tra le sue vittorie si ricordano il campionato del mondo su strada casalingo del 66' al Nurburgring,una Milano-Sanremo ed una Vuelta Espana oltre a svariate tappe nelle tre più importanti corse di tre settimane.Ma Rudi Altig non è stato grande solamente su strada perchè il suo palmares annovera anche tre ori su pista,e questo sta ad indicare la sua completezza tecnica e la capacità di cimentarsi nelle varie prove del panorama ciclistico internazionale.
Nella sua carriera è riuscito ad indossare in più occasioni anche la maglia gialla al Tour de France anche se la corsa transalpina lo ha sempre respinto per quanto riguarda la vittoria nella classifica finale;in totale sono 96 le sue vittorie durante gli anni trascorsi tra i professionisti,tra cui vanno segnalate anche le sue vittorie nel campionato in linea tedesco.Negli ultimi anni di carriera è incappato più volte nella trappola dell'antidoping tanto che la sua partecipazione al circuito internazionale fu a singhiozzo fino a farlo proprndere per il ritiro dall'attività agonistica.
Negli anni 70' fu anche commissario tecnico della nazionale tedesca prima di dedicarsi all'attività di club anche se a livello minore e quindi smettere definitivamente.

sabato 11 giugno 2016

Il tradimento di Roche verso Sappada

Durante il Giro d'Italia si consumò una delle vicende più controverse nella storia del ciclismo,il tradimento dell'irlandese Stephen Roche al capitano Roberto Visentini:i due correvano entrambi nella Carrera ed erano stati maglia rosa prima di quel giorno fatale.Visentini aveva vinto la crono discesa di Sanremo vestendo il primato,poi aveva perso la maglia a favore di Breukink che a sua volta l'aveva ceduta a Roche dopo la crono squadre vinta dalla sopracitata Carrera.
Dopo aver avuto la leadership per dieci tappe l'irlandese sprofonda nella crono di San Marino vinta da Visentini ed il diesse della squadra Boifava designa come unico capitano il bresciano,tuttavia il cocciuto Roche non si da per vinto e metterà in scena il famoso colpo di mano.
Durante la frazione che porta a Sappada Roche attacca più volte,con la Carrera che insegue il proprio portacolori che contravviene cosi agli ordini di squadra che miravano a proteggere Visentini;soltanto il belga Schepers si schiera con l'irlandese che comunque in compagnia di Jean Francois Bernard,Lejarreta ed altri big  riesce a portare a termine l'assalto vincente con Vsentini che giungerà dopo oltre 6' minuti vittima anche di una crisi di fame oltre che di nervi per il torto subito.
I tifosi in rivolta bersagliano la nuova maglia rosa che è solo all'interno della propria formazione,ma grazie al sostegno esterno della Panasonic dove corrono i suoi amici Millar e Anderson riesce a difendersi nonostante il bresciano provi nella giornata successiva alla disfatta rifarsi sulla strada
Il Giro termina a Saint Vincent con Roche vincitore e Visentini ritirato a causa di una caduta con fratture:lo spavaldo Stephen vincerà poi anche il Tour ed il Mondiale completando una stagione fantastica mentre il povero Roberto non si riprenderà più da quella scoppola;a distanza di quasi trent'anni non ha ancora perdonato lo sgarbo subito quel giorno maledetto di Sappada.

giovedì 9 giugno 2016

Cavendish e lo spunto perso

C'era una volta cannonball,l'uomo che dominava le volate in giro per l'Europa e che veniva accostato al grande Cipollini:un'immagine che oggi come oggi pare distante anni luce visto il pessimo avvio dell'avventura di Cavendish alla Dimension Data;il campione inglese pare aver perso strada facendo quello spunto che lo aveva reso il re delle ruote veloci consentendogli di vincere anche un campionato del mondo.
Il passaggio dalla Etixx alla squadra sudafricana è stato fatto passare come un problema di budget da parte della formazione belga che però ha poi ingaggiato Kittel segno evidente che il motivo del contendere non erano i soldi ma il rendimento ritenuto scarso a fronte della valanga di euro che Cavendish intascava.
La comparsa sulle scene del velocista tedesco ha di fatto significato l'inizio del declino per l'uomo di Man,abituato a vincere con sprint regali e ritrovatosi all'improvviso messo in secondo piano non solo da Kittel ma a volte pure da Greipel e Sagan;da qui la decisione di cambiare aria e tentare l'avventura sudafricana conscio che forse per lui il periodo più florido della carriera è passato ma speranzoso di poter ancora dire la sua nelle volate.
Vedremo nell'imminente Tour se ci sarà una riscossa del velocista inglese oppure continuerà il trend in atto nelle ultime stagioni,con i suoi ex compagni di squadra chiamati a lavorare per quello che è a tutti gli effetti il suo grande avversario

mercoledì 8 giugno 2016

Aru,vittoria da campione

Straordinaria vittoria di Fabio Aru(qui allo Zoncolan lo scorso anno) al Giro del Delfinato con una fuga partita ai 14 km dal traguardo e mai più ripresa:il giovane campione sardo dell'Astana con un numero d'altri tempi esce dal gruppo,riprende i primi fuggitivi,viene raggiunto da un'altro gruppeto poi ripreso e tutto solo continua con un vantaggio massimo di 10 secondi fino al traguardo vincente.
La vittoria è stata favorita dal fatto che il gruppo si era frazionato in salita e poi dalla discesa finita quasi al traguardo,ma il tempismo,il coraggio e la tenacia di continuare con il plotone che ringhiava alle sue spalle sono la dimostrazione che le qualità ed il carattere di Aru resistono all'usura di una stagione fin qui avara di soddisfazioni per lui.
Tra un mese il primo Tour de France da affrontare in carriera è un'occasione per mettere in mostra ancor di più le sue capacità,e dovrà farlo senza pressioni sulle spalle dato che in squadra con lui ci sarà pure Nibali che a prescindere da quel che si dice se si troverà in buona posizione nella terza settimana di certo non disdegnerà di provare qualche assolo dei suoi per tentare di fare il banco:avere la possibilità di contare su di un Aru libero mentalmente per i kazaki potrebbe essere la carta vincente.

martedì 7 giugno 2016

Purito Rodriguez,il lungo addio?

Nel panorama del ciclismo internazionale c'è un primattore che pare stentare più degli altri ad emergere in questa stagione,e ci riferiamo a Purito Rodriguez che ha dovuto soffrire durante la primavera e che si presenterà al via del Tour con più incognite che certezze;già nella passata stagione ha dovuto quasi subito alzare bandiera bianca a livello di classifica generale trovandosi costretto a virare sui successi di tappa per salvare la campagna francese.
L'età non gioca dalla sua ed il novero degli avversari è sicuramente molto competitivo,ed inoltre le salite transalpine poco si adattano alle sue caratteristiche di scattista mentre premiano i passisti o comunque coloro che riescono a fare alta velocità anche spingendo rapporti agili.
Al suo palmares manca la vittoria al Giro o al Tour,e di sicuro in cuor suo avrà mille e più volte ripensato al 2012 quando correndo più astutamente avrebbe potuto far sua la corsa rosa,che più si adatta al suo modo di essere corridore;nemmeno quest'anno si è presentato al via da Apeldoorn preferendo concentrarsi sulla Grand Boucle che difficilmente gli riserverà soddisfazioni a meno che la condizione non cresca,ma l'impressione è che le cartucce migliori le abbia ormai sparate.

lunedì 6 giugno 2016

Aru-Nibali,quale capitano al Tour?

Il grande appuntamento con il Tour de France si avvicina ed in casa Astana ci si trova in una situazione un pò particolare:il capitano designato già dallo scorso inverno per la Grand Boucle è Fabio Aru,ma la vittoria di Vincenzo Nibali al Giro d'Italia sta minando queste certezze anche perchè la marcia di avvicinamento del giovane campione sardo alla corsa francese non è stata priva di insidie.
Al termine della corsa rosa lo staff dell'Astana ha tenuto a ribadire che Nibali a l Tour ci andrà ma soltanto per trovare la condizione per i Giochi Olimpici,ma risulta francamente difficile pensare che il siciliano si presenti al via solo per fare presenza:dovesse sentire la gamba buona e trovarsi in buona posizione di classifica l'istinto del campione lo porterebbe comunque alottare con i big.
Se a questo ci aggiungiamo il fatto che Aru è all'esordio nella più grande corsa del mondo,il quadro che si presenta all'orizzonte è un'attimo più complesso di quello che potrebbe apparire;sappiamo inoltre che il Tour è molto esigente dal punto di vista mediatico e dello stress,per cui in fondo se il sardo deve fare esperienza e basta rimanere coperto alle spalle del più esperto compagno potrebbe non essere un male.
Staremo a vedere se le gerarchie di partenza verranno comunque mantenute o se sarà la strada cammin facendo ad indicare chi dei due dovrà prendere il comando delle operazioni nella squasra kazaka.

domenica 5 giugno 2016

Il pistolero Contador fa centro al primo colpo

Parte il Criterium del Delfinato ed è subito lotta a due tra Contador e Froome,con lo spagnolo che piazza però una stoccata importante vincendo il prologo su Richie Porte e sul Keniano al termine dei 4 chilometri che conducevano a Le Gats;successo arrivato con margine ampio su Froome in una prova che comunque è attendibile fino ad un certo punto,data la brevità del percorso che richiedeva esplosività secca.
Dietro di loro rimane a galla Romain Bardet mentre decisamente più in difficoltà sono sembrati Thibaut Pinot e Fabio Aru,completamente a picco Purito Rodriguez;al termine della fatica lo spagnolo ha detto che comunque non ucciderà se stesso e la squadra per mantenere il primato,scaricando le responsabilità della corsa di fatto sul Team Sky.
Coma da tradizione ora il percorso prevederà tappe adatte un pò a tutte le caratteristiche mantenedo fede all'etichetta di Tour in miniatura:la frazione regina dovrebbe essere comunque quella di sabato prossimo con cinque colli da scalare, e li vedremo se la corazzata Sky riuscirà a stritolare la concorrenza che si presenta varia e vogliosa di far bene.
Tutti i protagonisti della Grand Boucle dunque in prima fila tranne Nairo Quintana che come al solito ha preferito rimanere nell'ombra a lavorare,riservandosi di partecipare soltanto alla Route du Sud come prpeparazione al Tour.

sabato 4 giugno 2016

Tinkoff prepara la fuga?

E' di questi giorni la notizia che anche la Tinkoff a fine stagione potrebbe chiudere i battenti sulla scia di quanto si appresta a fare la Iam e si sussurra nell'ambiente altre due formazioni Pro-Tour,oberate dai costi eccessivi rispetto al ritorno pubblicitario.
La notizia riguardante Oleg Tinkoff sorprende fino ad un certo punto perchè già nel recente passato il milionario russo aveva criticato il mondo del ciclismo e la sua gestione,dicendo che le risorse derivanti dai diritti televisivi ad esempio andrebbero divise tra organizzatori e teams che devono sostenere costi sempre più elevati a fronte di introiti pari quasi a zero,a parte il budget derivante dai vari sponsors.
Bisogna inoltre considerare che la squadra in passato gestita da Bjarne Rijs perderà a fine stagione Alberto Contador,indeciso tra il ritirarsi ed il correre ancora un paio di stagioni magari con l'italiana Lampre-Merida;sembra inoltre che pure il campione del mondo Peter Sagan sia intenzionato in ogni caso a fare le valigie verso qualche altro team:il suo rendimento non ha soddisfatto appieno le attese, considerando il Fiandre di quest'anno come unico traguardo prestigioso centrato dallo slovacco.
Il movimento ciclistico internazionale rischia dunque di ammalarsi del gigantismo del quale lo ha infarcirto la discutibilissima gestione dell'Uci fatta negli ultimi anni da esponenti del mondo anglosassone,preoccupati di diffondere la bicicletta nel mondo per vendere senza preoccuparsi della storria e della tradizione di cui si nutre da sempre questo meraviglioso sport.

Greipel e la fatica del ciclista

La recente vittoria in volata al Giro del Lussemburgo da parte di Andrè Greipel ci da modo di parlare del velocista tedesco e del suo recente abbandono del Giro d'Italia quando ancora vestiva la maglia rossa del leader della classifica a punti;non è infatti la prima volta che egli balza agli onori delle cronache anche per i suoi comportamenti o le sue dichiarazioni oltre che per quello che fa sull'asfalto.
Molti ricorderanno infatti la polemica da lui innescata lo scorso anno quando la tappa regina della Tirreno-Adriatico vinta da Nairo Quintana e che terminava sul Terminillo si concluse sotto la neve nelgli ultimi chilometri:Greipel pur essendo impegnato nella Parigi-Nizza trovò il modo tramite i social networks di polemizzare perchè a suo dire in certe condizioni le corse in bicicletta non si dovrebbero fare.
Ora ammesso che tutto possono liberamente esprimere la loro opinione e che finchè non si viola alcun regolamento ogni comportamento è lecito,il buon Andrè dovrebbe però sapere che molto del successo e della popolarità che il ciclismo ha è dovuto proprio alla sua diversità rispetto ad altri sport,all'innato spirito di sacrificio che i suoi primattori hanno dentro di loro quasi come fosse un gene particolare che li porta ad arrivare dove i comuni mortali si fermerebbero...
Il suo ritiro dal Giro,per dipiù annunciato ancor prima del via della tappa quand'era in maglia di leader della classifica a punti,non è stato certo un momento da ricordare in positivo e forse al buon Andrè qualcuno dovrebbe insegnare che a volte conta di più lo spirito di sacrifico dimostrato che non una vittoria;i grandi giri una volta si onoravano anche portandoli a termine,ma evidentemente nell'era moderna questo non viene più considerato indispensabile.

venerdì 3 giugno 2016

Sulle strade del Delfinato

Dopo l'emozionante chiusura del Giro d'Italia,la carovana del grande ciclismo si sposta in Francia per affrontare il Criterium del Delfinato,tradizionale prologo del Tour de France che sarà al via tra circa un mese;tutti i prinicipali protagonisti della corsa francese saranno al via tranne Nairo Quintana e Tejay Van Garderen che hanno preferito altre strade.
Il lotto dei partecipanti è quindi di altissimo livello e vedremo la sfida al alta quota tra Contador e Froome,il tentativo di rilancio di Purito Rodriguez ed il Rolland americano,visto il suo trasferimento alla Cannondale;non mancheranno però gli idoli di casa Thibaut Pinot e Romain Bardet,con il primo atteso a delle conferme dopo i miglioramenti mostrati nelle prove contro il tempo.
E poi ci sarà quello che a tutti gli effetti è ormai il numero 2 del ciclismo tricolore,ovvero Fabio Aru che dopo la vittoriosa Vuelta dell'anno scorso si appresta ad affrontare per la prima volta la Grande Boucle con l'incognita di un'avvicinamento non proprio dei più felici e l'ombra di un Nibali fresco vincitore in rosa che lo affiancherà sulle strade di Francia.
Al via pure quello che pareva dover essere il primo olandese a vincere il Giro,ovvero quello Steven Kruiswijk che fino a sue giorni dalla fine pareva padrone incontrastato della corsa italiana;tanti insomma gli spunti che offrirà questo Delfinato che come sempre è stato disegnato sulla falsariga del Tour.

giovedì 2 giugno 2016

Il Giro di Nibali

Il Giro di Vincenzo Nibali era iniziato tra grandi aspettative e la buona crono olandese le aveva alimentate,ma già da Roccaraso si era capito che qualcosa non andava;partito all'attacco si era piantato dopo poche centinaia di metri venendo passato da Doumoulin e risucchiato dal gruppo.Si disse che la colpa fosse degli ordini dall'ammiraglia e nella successiva crono del Chianti le risposte parevano buone pur senza forzare a causa della pioggia battente.
Trascorrono i giorni e si avvicinano le montegne,il momento della verità:Nibali stuzzica Valverde nella frazione di Cividale e lo batte allo sprint conquistando l'abbuono,giusto per mettere un pò di pepe alla corsa;il giorno dopo c'è il tappone dolomitico,l'Astana si mette a fare il ritmo sul Giau ed appena inizia il Falzarego che porta al Valparola lo squalo parte,Valverde arranca ma il successivo contrattacco di Kruiswijk e Chaves lascia Vincenzo in panne tanto che dovrà rincorrere fino a Corvara.
Tutti a chiedersi i perchè ed i per come e siamo già al giorno forse più brutto,la cronoscalata di Alpe di Siusi;il siciliano parte male,pare imballato e a metà percorso rompe la catena nel tentativo frenetico di trovare un rapporto più agile:al traguardo il responso è emblematico,quasi tre minuti da Kruiswijk nuovo capoclassifica.Il giorno di riposo non ricarica le batterie dato che dopo aver battagliato tutta la tappa sulla salita verso Andalo si stacca ancora subendo quasi due minuti di distacco,è crisi nera.
Quando tutto pare perduto ecco il Colle dell'Agnello,il volo nella neve dell'olandese e la resurrezzione dello squalo che sulla strada verso Risoul molla Chaves andando a vincere in solitaria una tappa conquistata con il coraggio di un leone:complice le ferite della maglia rosa il Giro è riaperto e resta l'ultima tappa,quella quasi tutta in terra di Francia.
Va subito via la fuga,si scalano Vars e Bonette ma all'imbocco della Lombarda è Scarponi,eroico già il giorno prima,a lanciare Nibali verso la gloria:Chaves risponde un paio di volte,torna sotto una terza ma deve arrendersi allo squalo che scende in picchiata dal colle ed affronta i 2.5 km che lo separano da S.Anna di Vinadio pedalando tra due ali di folla:il Giro è ancora una volta suo,incredibilmente rivinto dopo averlo perso.