Il Giro di Vincenzo Nibali era iniziato tra grandi aspettative e la buona crono olandese le aveva alimentate,ma già da Roccaraso si era capito che qualcosa non andava;partito all'attacco si era piantato dopo poche centinaia di metri venendo passato da Doumoulin e risucchiato dal gruppo.Si disse che la colpa fosse degli ordini dall'ammiraglia e nella successiva crono del Chianti le risposte parevano buone pur senza forzare a causa della pioggia battente.
Trascorrono i giorni e si avvicinano le montegne,il momento della verità:Nibali stuzzica Valverde nella frazione di Cividale e lo batte allo sprint conquistando l'abbuono,giusto per mettere un pò di pepe alla corsa;il giorno dopo c'è il tappone dolomitico,l'Astana si mette a fare il ritmo sul Giau ed appena inizia il Falzarego che porta al Valparola lo squalo parte,Valverde arranca ma il successivo contrattacco di Kruiswijk e Chaves lascia Vincenzo in panne tanto che dovrà rincorrere fino a Corvara.
Tutti a chiedersi i perchè ed i per come e siamo già al giorno forse più brutto,la cronoscalata di Alpe di Siusi;il siciliano parte male,pare imballato e a metà percorso rompe la catena nel tentativo frenetico di trovare un rapporto più agile:al traguardo il responso è emblematico,quasi tre minuti da Kruiswijk nuovo capoclassifica.Il giorno di riposo non ricarica le batterie dato che dopo aver battagliato tutta la tappa sulla salita verso Andalo si stacca ancora subendo quasi due minuti di distacco,è crisi nera.
Quando tutto pare perduto ecco il Colle dell'Agnello,il volo nella neve dell'olandese e la resurrezzione dello squalo che sulla strada verso Risoul molla Chaves andando a vincere in solitaria una tappa conquistata con il coraggio di un leone:complice le ferite della maglia rosa il Giro è riaperto e resta l'ultima tappa,quella quasi tutta in terra di Francia.
Va subito via la fuga,si scalano Vars e Bonette ma all'imbocco della Lombarda è Scarponi,eroico già il giorno prima,a lanciare Nibali verso la gloria:Chaves risponde un paio di volte,torna sotto una terza ma deve arrendersi allo squalo che scende in picchiata dal colle ed affronta i 2.5 km che lo separano da S.Anna di Vinadio pedalando tra due ali di folla:il Giro è ancora una volta suo,incredibilmente rivinto dopo averlo perso.
Trascorrono i giorni e si avvicinano le montegne,il momento della verità:Nibali stuzzica Valverde nella frazione di Cividale e lo batte allo sprint conquistando l'abbuono,giusto per mettere un pò di pepe alla corsa;il giorno dopo c'è il tappone dolomitico,l'Astana si mette a fare il ritmo sul Giau ed appena inizia il Falzarego che porta al Valparola lo squalo parte,Valverde arranca ma il successivo contrattacco di Kruiswijk e Chaves lascia Vincenzo in panne tanto che dovrà rincorrere fino a Corvara.
Tutti a chiedersi i perchè ed i per come e siamo già al giorno forse più brutto,la cronoscalata di Alpe di Siusi;il siciliano parte male,pare imballato e a metà percorso rompe la catena nel tentativo frenetico di trovare un rapporto più agile:al traguardo il responso è emblematico,quasi tre minuti da Kruiswijk nuovo capoclassifica.Il giorno di riposo non ricarica le batterie dato che dopo aver battagliato tutta la tappa sulla salita verso Andalo si stacca ancora subendo quasi due minuti di distacco,è crisi nera.
Quando tutto pare perduto ecco il Colle dell'Agnello,il volo nella neve dell'olandese e la resurrezzione dello squalo che sulla strada verso Risoul molla Chaves andando a vincere in solitaria una tappa conquistata con il coraggio di un leone:complice le ferite della maglia rosa il Giro è riaperto e resta l'ultima tappa,quella quasi tutta in terra di Francia.
Va subito via la fuga,si scalano Vars e Bonette ma all'imbocco della Lombarda è Scarponi,eroico già il giorno prima,a lanciare Nibali verso la gloria:Chaves risponde un paio di volte,torna sotto una terza ma deve arrendersi allo squalo che scende in picchiata dal colle ed affronta i 2.5 km che lo separano da S.Anna di Vinadio pedalando tra due ali di folla:il Giro è ancora una volta suo,incredibilmente rivinto dopo averlo perso.
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