sabato 4 giugno 2016

Greipel e la fatica del ciclista

La recente vittoria in volata al Giro del Lussemburgo da parte di Andrè Greipel ci da modo di parlare del velocista tedesco e del suo recente abbandono del Giro d'Italia quando ancora vestiva la maglia rossa del leader della classifica a punti;non è infatti la prima volta che egli balza agli onori delle cronache anche per i suoi comportamenti o le sue dichiarazioni oltre che per quello che fa sull'asfalto.
Molti ricorderanno infatti la polemica da lui innescata lo scorso anno quando la tappa regina della Tirreno-Adriatico vinta da Nairo Quintana e che terminava sul Terminillo si concluse sotto la neve nelgli ultimi chilometri:Greipel pur essendo impegnato nella Parigi-Nizza trovò il modo tramite i social networks di polemizzare perchè a suo dire in certe condizioni le corse in bicicletta non si dovrebbero fare.
Ora ammesso che tutto possono liberamente esprimere la loro opinione e che finchè non si viola alcun regolamento ogni comportamento è lecito,il buon Andrè dovrebbe però sapere che molto del successo e della popolarità che il ciclismo ha è dovuto proprio alla sua diversità rispetto ad altri sport,all'innato spirito di sacrificio che i suoi primattori hanno dentro di loro quasi come fosse un gene particolare che li porta ad arrivare dove i comuni mortali si fermerebbero...
Il suo ritiro dal Giro,per dipiù annunciato ancor prima del via della tappa quand'era in maglia di leader della classifica a punti,non è stato certo un momento da ricordare in positivo e forse al buon Andrè qualcuno dovrebbe insegnare che a volte conta di più lo spirito di sacrifico dimostrato che non una vittoria;i grandi giri una volta si onoravano anche portandoli a termine,ma evidentemente nell'era moderna questo non viene più considerato indispensabile.

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