Rimarrà probabilmente per sempre uno dei grandi misteri irrisolti del ciclismo e per certi versi anche della storia italiana,ovvero il valore dell'ematocrito di Marco Pantani nella vittoriosa tappa di Madonna di Campiglio al Giro d'Italia del 99' che segnò in pratica la fine della sua parabola vincente;un giro che si apprestava a vincere e dove aveva dominato in lungo ed in largo la scena e che invece come un colpo al cuore dovette lasciare iniziando cosi quel lungo calvario personale che lo portò purtroppo alla prematura scomparsa avvenuta in circostanze mai del tutto chiarite.
La vicenda si innescò sulla scia di quanto avvenuto al Tour dell'anno precedente con lo scandalo Festina che spalancò la porta ad un periodo nerissimo del ciclismo dove tutto e tutti erano sospettati di far uso di doping:Pantani non fu mai trovato positivo ma quell'ematocrito troppo alto lo portò ad una sospensione cautelare in base a quanto deciso dall'Uci;quella vicenda Pantani non riusci mai a digerirla e la visse come un'onta alla sua persona ed all'atleta.
L'atmosfera che si innescò in seguito a quella notizia era surreale:i tifosi da giorni in accampati in montagna in attesa di tributare l'omaggio al campione romagnolo quasi ignorarono lo svolgersi della corsa che portò poi Ivan Gotti a vincere il Giro,ed anzi in molti fischiarono il bergamasco per le sue dichiarazioni contro Pantani:da quel giorno passò un'anno prima di rivedere Marco in sella,ma l'uomo prima ancora dell'atleta non era più lo stesso che aggrediva le salite come fossero il suo naturale palcoscenico:qualcosa si era rotto per sempre dentro di lui,vittima di una macchinazione a suo dire i cui presunti mandanti però non sono mai stati ben definiti.
La triste fine della parabola vincente del pirata si concluse tra i monti del Trentino,tra quelle montagne su cui Marco scrisse pagine che rimarranno per sempre nella memoria degli appassionati di ciclismo.
La vicenda si innescò sulla scia di quanto avvenuto al Tour dell'anno precedente con lo scandalo Festina che spalancò la porta ad un periodo nerissimo del ciclismo dove tutto e tutti erano sospettati di far uso di doping:Pantani non fu mai trovato positivo ma quell'ematocrito troppo alto lo portò ad una sospensione cautelare in base a quanto deciso dall'Uci;quella vicenda Pantani non riusci mai a digerirla e la visse come un'onta alla sua persona ed all'atleta.
L'atmosfera che si innescò in seguito a quella notizia era surreale:i tifosi da giorni in accampati in montagna in attesa di tributare l'omaggio al campione romagnolo quasi ignorarono lo svolgersi della corsa che portò poi Ivan Gotti a vincere il Giro,ed anzi in molti fischiarono il bergamasco per le sue dichiarazioni contro Pantani:da quel giorno passò un'anno prima di rivedere Marco in sella,ma l'uomo prima ancora dell'atleta non era più lo stesso che aggrediva le salite come fossero il suo naturale palcoscenico:qualcosa si era rotto per sempre dentro di lui,vittima di una macchinazione a suo dire i cui presunti mandanti però non sono mai stati ben definiti.
La triste fine della parabola vincente del pirata si concluse tra i monti del Trentino,tra quelle montagne su cui Marco scrisse pagine che rimarranno per sempre nella memoria degli appassionati di ciclismo.
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