In principio fu Simpson,poi vennero la pista e Boardman e solo all'alba del secondo decennio del nuovo millennio si affacciarono in forze su strada con Cavendish,Wiggins e poi lo squadrone Sky;il rapporto dei britannici con il ciclismo è cominciato tardi ed ha seguito uno sviluppo del tutto particolare rispetto al resto del continente.
Se in Europa si inizia fin da giovani a fare gare su strada lasciando poi all'istinto dell'atleta e del tecnico capire su cosa lavorare per diventare protagonisti ad alto livello,nel mondo britannico si tende ad avviare i ragazzi all'attività su pista programmando quasi in maniera scientifica la loro crescita fino a portarli all'attività professionistica:nulla viene lasciato al caso e la tecnologia riveste un ruolo importantissimo,quasi maniacale nello sviluppo dell'atleta.
Questo modo di fare ciclismo ha fatto storcere il naso ai puristi,agli amanti della vecchia scuola fatta di imprese leggendarie dei grandi del passato che specie nelle tappe di montagna dei grandi giri partivano all'attacco seguendo il loro istinto di campioni;questo nel modo di correre dei britannici e del team Sky in particolare è visto come un concetto superato e lontano anni luce dalla loro mentalità.
Due diverse scuole di pensiero che corrono su binari paralleli intersecandosi poche volte:il loro metodo certo ha fruttato vittorie in serie ma ha anche generato una miriade di sospetti su questa esplosione avvenuta in modo tanto repentino e con atleti che di colpo sono diventati fenomeni:un tema su cui riflettere con l'approsimarsi del Tour.
Se in Europa si inizia fin da giovani a fare gare su strada lasciando poi all'istinto dell'atleta e del tecnico capire su cosa lavorare per diventare protagonisti ad alto livello,nel mondo britannico si tende ad avviare i ragazzi all'attività su pista programmando quasi in maniera scientifica la loro crescita fino a portarli all'attività professionistica:nulla viene lasciato al caso e la tecnologia riveste un ruolo importantissimo,quasi maniacale nello sviluppo dell'atleta.
Questo modo di fare ciclismo ha fatto storcere il naso ai puristi,agli amanti della vecchia scuola fatta di imprese leggendarie dei grandi del passato che specie nelle tappe di montagna dei grandi giri partivano all'attacco seguendo il loro istinto di campioni;questo nel modo di correre dei britannici e del team Sky in particolare è visto come un concetto superato e lontano anni luce dalla loro mentalità.
Due diverse scuole di pensiero che corrono su binari paralleli intersecandosi poche volte:il loro metodo certo ha fruttato vittorie in serie ma ha anche generato una miriade di sospetti su questa esplosione avvenuta in modo tanto repentino e con atleti che di colpo sono diventati fenomeni:un tema su cui riflettere con l'approsimarsi del Tour.
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